È boom per il cibo da strada o ‘street food’, forma di ristorazione low cost che è piaciuta ai vacanzieri in cerca di contenere le spese tanto che quasi 3 italiani su 4 (il 73%) ha acquistato su chioschetti e van a bordo strada. È quanto emerge da un sondaggio on line condotto dal sito www.coldiretti.it.
Un fenomeno – stima Coldiretti – che ha contagiato 35 milioni di italiani perchè concilia l’esigenza del risparmio con la scoperta del territorio e dei suoi prodotti tipici. Lo dimostra il fatto – aggiunge Coldiretti – che nelle città d’arte, al mare, in campagna o in montagna il cibo di strada preferito da quasi la metà dei vacanzieri (45 per cento) è quello locale che va dalla piadina agli arrosticini fino alle arancine, mentre il 24 per cento predilige quello internazionale come gli hot dog e solo il 4 per cento sceglie i cibi etnici come il kebab, in netto calo rispetto al passato.
L ‘Italia con le sue numerosissime golosità gastronomiche vanta una tradizione millenaria nel cibo da strada. Gli antiche romani erano soliti gustare i pasti in piedi e velocemente in locali aperti in prossimità della strada. Quanto alle specialità take a way del made in Italy, c’è solo l’imbarazzo della scelta: dalle arancine siciliani, alla piadina romagnola, le olive ascolane, i filetti di baccalà romano, gli arrosticini abruzzesi, la polenta fritta veneta, le focacce liguri, il pesce fritto e i immancabili panini ripieni con le tipiche farciture locali, senza dimenticare l’immancabile porchetta. Non mancano le novità con la crescente offerta di prodotti salutistici come la frutta presentata in tutte le diverse forme, dai frullati ai pezzettoni, insieme alla classica fetta d’anguria. E, per chi ama il dolce, cannoli siciliani e pezzi di crostate. Questi – afferma la Coldiretti – sono solo alcuni esempi della grande tradizione del cibo di strada italiano che ha trovato la massima espressione proprio durante l’estate in corso segnata, a causa della crisi da un calo dell’11% delle presenze in ristoranti, trattorie e pizzerie. Per contro, si sono moltiplicate le presenze nelle sagre e feste di paese organizzate in tutta Italia e l’acquisto di cibo a ‘km 0’ nelle botteghe e spacci aziendali come quelle degli agricoltori di «Campagna Amica» che contano diecimila punti vendita in tutta Italia.
(da cronache di gusto, settembre 2013)
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