L’obesità infantile porterebbe con sè un nuovo spettro: lo sviluppo di disordini alimentari nell’adolescenza. È questa la conclusione a cui sono giunti i ricercatori della dipartimento di psichiatria e psicologia del Mayo Clinic College di Rochester in Minnesota.
Analizzando l’incidenza dei disordini del comportamento alimentare – prevalentemente anoressia – tra gli adolescenti, gli autori della pubblicazione hanno potuto chiaramente osservare che coloro che presentavano una storia di sovrappeso o obesità nell’infanzia erano decisamente più esposti al rischio di anoressia.
Il dato non è noto alla maggior parte del pubblico medico ma l’evidenza scientifica dello studio sarebbe piuttosto convincente. Altri studi hanno infatti riportato che una storia precedente di sovrappeso – definito da un valore di indice di massa corporea (BMI) incluso tra l’85imo e il 95imo percentile – o obesità infantile – definita da un valore di BMI superiore al 95imo percentile – rappresenta un potenziale fattore di rischio per lo sviluppo dei disordini alimentari nell’adolescenza.
Questa condizione rende, tuttavia, estremamente difficile il riconoscimento dei sintomi del disordine alimentare, poiché questi sarebbero mascherati dalla condizione corporea patologica.
Gli autori hanno dunque sottolineato l’importanza dell’identificazione precoce dei segni indicanti la presenza di disordini alimentari già nell’infanzia, proprio quando potrebbero coesistere obesità e anoressia, in modo tale da arrestare la progressione della malattia tramite gli interventi terapeutici a disposizione.
Fonte: Sim LA, Lebow J, Billings M. Eating Disorders in Adolescents With a History of Obesity. Pediatrics. 2013
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