La presenza di stress cronico sembra esacerbare l’impatto dei comportamenti alimentari scorretti
Nuove evidenze sulla relazione tra stress e alimentazione giungono da un recente studio americano nel quale è stato possibile dimostrare come la presenza di stress cronico possa esacerbare l’impatto negativo sul metabolismo derivante dal consumo di cibi grassi e ricchi in zuccheri.
Il risultato è emerso dall’analisi di due gruppi di donne di età avanzata distinte dalla presenza o meno di una condizione di stress cronico, in questo caso associato all’attività di assistenza ad un familiare malato.
Ebbene, gli autori della pubblicazione, apparsa sulla rivista Psychoneuroendocrinology, hanno potuto rilevare che, a parità di calorie e cibi grassi consumati, il gruppo di donne caratterizzate dalla condizione di stress presentava sintomi di un più severo impatto sul metabolismo dovuto alle scelte alimentari, in particolare una maggiore resistenza all’insulina e un maggiore accumulo di grasso in sede addominale.
Nonstante si tratti di risultati preliminari, l’associazione osservata costituirebbe una conferma di quanto già rilevato nell’animale, e richiederebbe dunque studi clinici volti a misurare l’effetto della gestione ottimale dello stress nel mediare l’impatto dell’alimentazione sullo sviluppo e progressione dei disordini metabolici.
Una migliore capacità di gestire le situazioni stressanti potrebbe infatti non solo limitare lo sfogo caratteristico sul cibo, ma anche prevenire la maggiore suscettibilità all’insorgenza dell’obesità e del diabete.