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I genitori nei Disturbi del Comportamento Alimentare

6 Maggio 2018

 

Nel romanzo “Non più briciole” il disturbo dell’AN viene raccontato attraverso gli occhi e le emozioni della madre di una ragazza anoressica, Loredana.

Marta, la madre, si trova a fare i conti con la malattia della figlia, a combattere assieme a Loredana per superare tutti gli ostacoli che la malattia porta e ad affrontare i sensi di colpa, il senso di impotenza, il dolore e gli stereotipi che si sente crollare addosso, giorno dopo giorno.

Quante e quali sono le sensazioni, i vissuti emotivi che una madre o un padre di un figlio con Disturbo del Comportamento Alimentare può provare? Dal momento in cui si rende conto che la malattia è entrata nella vita del figlio, ai momenti successivi di lotta, di speranza, di sconforto, le emozioni che si susseguono possono essere innumerevoli, variabili e talvolta difficili da capire, da ammettere per la persona stessa che le sta vivendo e ancor più da condividere con l’altro genitore. Proprio per questo, invece, è necessaria, la condivisione all’interno della coppia genitoriale e la ricerca assieme di un supporto esterno, specialistico, che possa aiutare entrambi ad affrontare la difficile situazione del figlio, accogliendo le emozioni dei genitori ed aiutandoli a identificare e potenziare le proprie risorse, necessarie per far fronte alla situazione.

 

Estratto dal Romanzo “Non Più Briciole” di Alessandra Arachi

“Ho trovato un libro nella stanza di Loredana, sotto il suo cuscino. Un titolo inquietante.

La gabbia d’oro.
L’enigma dell’anoressia mentale

Forse voleva nasconderlo, sotto il cuscino.

Forse si è addormentata leggendolo.

Sicuramente io mi sono parecchio incuriosita.

L’autrice del libro si chiama Hilde Bruch.

Sul risvolto di copertina c’è scritto che era una psichiatra americana considerata tra le massime autorità mondiali nel campo dei disturbi del comportamento alimentare.

È morta nel 1984.

Avevo vent’anni, nel 1984.

Studiavo legge e sognavo di diventare il capo dei magistrati italiani, a fianco del presidente della Repubblica.

«La manifestazione principale dell’anoressia è sconvolgente: l’inedia volontaria che conduce a perdite ponderali catastrofiche.»

Avrei voluto andare avanti, leggere oltre la sintesi sulla copertina.

Ma ho avuto paura.

Anche paura che mia figlia mi scoprisse nella sua stanza, a frugare tra le sue cose.

Ho rimesso il libro esattamente dove lo avevo trovato.

E subito dopo sono corsa al mio computer.

Ho cercato su internet e ho visto che potevo acquistarlo online con grande facilità.

Potevo averlo direttamente a casa in tre, al massimo quattro giorni.

Ma non volevo rischiare.

Non sapevo come avrebbe reagito Loredana se avesse visto arrivare a casa per posta un libro uguale al suo.

Su quell’argomento.

Non so più niente di mia figlia, da qualche mese.

Da ventiquattro settimane e quattro giorni, per la precisione.

Eravamo a tavola quando Loredana si è alzata di scatto lasciando a metà il suo piatto di spaghetti, senza dire una parola.

Era il 12 ottobre, un venerdì.

Nulla è più stato uguale, dopo.”

 

 

 

Beatrice Brogi

Psicologa e Psicoterapeuta

 

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