E’ tempo di pappa, che fame che ho, ma no, la minestra non mangerò!

Voglio solo gelato e tante crocchette, hamburger, patate e cotolette!

dal libro” Non voglio la pappa!”  di A. Pellai e B. Tamborini ed. De Agostini

Capita spesso che a tavola, i bambini non gradiscano alcuni cibi come verdure e legumi, opponendo un netto rifiuto. Capita anche, che per evitare lamentele e capricci, i genitori evitino di proporre quelle pietanze, restringendo così la varietà alimentare.

Facciamo un passo indietro. Sappiamo che il cibo viene apprezzato attraverso i sensi, soprattutto gusto e olfatto. Già nel liquido amniotico tali stimoli possono raggiungere il  cervello in via di formazione e sono influenzati anche dalla dieta della mamma, si può dire che i bambini cominciano ad assaggiare nella pancia della mamma e ritroveranno quei sapori nel latte materno.

Consideriamo inoltre che è presente anche una naturale repulsione verso il cibo amaro per esempio e una predilezione verso ciò che è dolce, già dalla gravidanza. Si è visto che il feto, dalla ventiseiesima settimana, cambia espressione del volto in risposta al sapore del liquido amniotico e dalla trentaduesima cambia il ritmo di deglutizione in base al dolce-amaro. Sappiamo anche che fare esperienza del cibo è fondamentale per modificare e accettare i gusti diversi perciò è raccomandato di far provare ai bambini cibi diversi, senza arrendersi se in un primo momento non sono stati graditi, senza imposizioni, con serenità. Importante è sapere anche che non si tratta solo di fare esperienza ma anche di considerare altri fattori quali l’atmosfera intorno alla tavola e gli stati emotivi. Il legame con il cibo è fatto di relazioni e di sentimenti, è il primo rapporto con gli altri dal quale si delinea la nostra identità.