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BENESSERE, DISTURBI ALIMENTARI, SALUTE, SPORT

L’ossessione per i muscoli al di là di tutto

18 Giugno 2018

Nel libro Giganti d’argilla di Laura Dalla Ragione e Marta Scoppetta , si trova la storia di Mario, 14 anni, da sempre un po’ in sovrappeso e poco amante dello sport. Dopo una dieta iniziata poco prima dell’estate, comincia a praticare attività fisica. Prima qualche volta a settimana, poi ogni giorno. A un certo punto esce solo per andare in palestra. A tavola mangia pochissimo. E in camera continua a fare flessioni e addominali per paura di ingrassare. Gli insulti dei compagni di classe, motivo iniziale della dieta, erano scomparsi, ma lui non era più riuscito a fermarsi.

Come per le donne, anche per gli uomini, il corpo può diventare teatro di rappresentazioni e di conflitti. Dall’adolescenza all’età adulta.

Laura Dalla Ragione e Marta Scoppetta nel loro libro, spiegano come se l’identità dell’uomo in passato si costruiva attraverso il lavoro, in un momento di crisi si possa arrivare a puntare tutto sul corpo. La costruzione di un corpo perfetto può diventare un obiettivo che distrae dal resto. Con una serie di tappe fisse: prima l’ingrossamento dei muscoli, poi la definizione; prima i carboidrati, poi solo le proteine, senza dimenticare l’uso di integratori e anabolizzanti finendo col mettere a rischio la propria vita compromettendo la funzionalità organica.

Nel corso degli anni, sono stati attribuiti diversi nomi a questa condizione: Reverse Anorexia (Anoressia Inversa), Vigoressia, Bigoressia o Complesso di Adone.

Sempre più uomini sperimentano l’ossessione per la perfezione del proprio corpo, mezzo attraverso il quale manifestare la propria forza, il proprio vigore e la propria mascolinità. Il corpo diviene uno strumento di potere per apparire e per essere apprezzati. Si tratta di un vero e proprio disordine clinico, da non confondere con la sana passione per il fitness e l’attività sportiva.

Questo disturbo si manifesta con la messa in atto di comportamenti eccessivi e ossessivi verso l’alimentazione e l’esercizio fisico e con un’insoddisfazione cronica per il proprio aspetto. La vigoressia si concentra non tanto sulla perdita di peso corporeo quanto sull’aumento, sulla definizione della massa muscolare e sulla riduzione del grasso corporeo. Non è un disturbo meno grave o meno pericoloso dell’anoressia, non miete meno vittime, è solo meno conosciuto proprio perché se ne parla ancora poco, lo si conosce da meno tempo e spesso se ne sottovaluta la pericolosità, probabilmente a causa del fatto che un fisico tonico e muscoloso è facilmente interpretato come sinonimo di buona salute.

Anche se molto muscolosi continuano a vedersi magri e ipotonici sino a sottoporre il proprio corpo a diete e allenamenti estremi. Chi ne è affetto trascorre ore e ore in palestra, fa sport in modo compulsivo, si guarda di continuo allo specchio per monitorare lo stato della muscolatura.

La magrezza si trasforma in un valore. I muscoli sono ostentati con fierezza perché denotano una capacità forte di controllo sulla fame e sugli sforzi fisici in palestra.

Tra i segnali che devono preoccupare il primo è lo stato emotivo in cui ci si trova se per un imprevisto si è costretti a saltare un allenamento, o se si compromettono occasioni sociali, compreso un innocuo pranzo di tipo conviviale, per il timore di non riuscire a rispettare la propria dieta. Infliggersi allenamenti più duri come forma di compensazione per eventuali eccessi alimentari, controllare in modo spasmodico il proprio corpo, il proprio peso, vivere la propria giornata con il costante pensiero all’esercizio fisico che dovrà essere fatto, in un crescendo quasi maniacale che porta a perdere i contatti con la realtà deteriorando anche i rapporti sociali.

L’allenamento in generale, offre una serie infinita di benefici con effetti positivi anche sulla sfera emotiva e sociale. Ma quando si percepisce che inizia ad avere sempre più i connotati del dovere piuttosto che del piacere, quando si comincia a classificare in modo rigido ogni alimento inserendolo nella lista di quelli ritenuti assolutamente buoni o assolutamente da evitare, quando ogni pensiero non fa che indirizzarsi verso un unico punto, è il momento di fermarsi e provare a parlarne con un professionista. Il primo passo per uscirne è saper riconoscere questo disagio.

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