Blog

BENESSERE, DISTURBI ALIMENTARI, EMOZIONI

Un fenomeno sottovalutato: lo stigma sociale nei confronti dei DCA

17 Novembre 2019

 

Lo stigma verso le persone affette dai Disturbi  del Comportamento Alimentare, come accade per le altre patologie psichiatriche, può essere in parte imputabile all’ignoranza e alla carenza di un adeguato livello di informazione.

Le aree di informazione particolarmente carenti presenti nella popolazione generale partono dall’opinione che i DCA, siano situazioni “molto gravi e infrequenti” o “molto frequenti e banali” e dalla loro considerazione come condizioni non mediche e con un elevato livello di autodeterminazione.

È frequente sentir valutare il benessere/malessere di una persona dal suo peso, come se il peso da solo determinasse il dolore ed il disagio  che prova una persona . Parlando di DCA spesso si dice “quella persona anoressica ”, invece di dire “quella persona malata di anoressia”, come, invece, accade per le altre condizioni di malattia. Ma il punto è proprio questo: identificare e riconoscere i DCA come vere e proprie malattie!

La popolazione generale sembra avere percezioni relative all’epidemiologia ed alla gravità dei DCA che si discostano da quelle della clinica e della ricerca specialistica. I settori in cui questo scollamento sembra prevalere sono i seguenti: genere, età, gravità e trattamento. Infatti, l’opinione pubblica ritrae questi pazienti come unilateralmente femminili, sebbene la ricerca indichi che più del 10% della prevalenza del disturbo riguardi soggetti di sesso maschile; si pensa generalmente che i soggetti affetti siano tutti adolescenti o giovani, ma non va dimenticato che questi disturbi sono diffusi anche tra gli adulti; per quanto riguarda la “gravità”, uno studio effettuato sulla popolazione generale ha verificato che solo il 3% del campione era consapevole delle complicanze cliniche e mediche  legate ai DCA; infine, la popolazione generale sovrastima la semplicità delle cure per i DCA, mentre i dati medici indicano che il trattamento può essere ben più complesso e costoso, implicando ricoveri, consulenze specialistiche e terapie mediche. La percezione dei DCA come condizioni non mediche e l’opinione comune di un elevato livello di responsabilità personale possono tradursi in un processo di stigmatizzazione dei soggetti affetti .

È di primaria importanza che le informazioni ed i messaggi corretti vengano diffusi già per mezzo della stampa e degli altri mezzi di comunicazione in modo da contribuire al superamento di pregiudizi e semplificazioni.

La scarsa alfabetizzazione riguardo ai DCa è un fattore alla base delle difficoltà di accesso alle cure ed ai servizi da parte di chi ne è affetto; oltre al senso di vergogna, di tristezza e di rabbia personale, legato al proprio corpo, all’autocontrollo, ai comportamenti autodistruttivi, c’è un vergogna legata al giudizio degli altri che non conoscono il problema, non lo comprendono, che danno etichette.

Questi sentimenti e vissuti di vergogna portano ad una chiusura, ad un isolamento e pertanto, ad una maggiore difficoltà a chiedere aiuto.

Tali sensazioni ed emozioni frequentemente investono anche le famiglie di persone affette da DCA, per cui anche da parte loro c’è una grande difficoltà ad “uscire allo scoperto”, spesso un grande sentimento  di vergogna e la sensazione di essere gli unici, i soli a vivere quella determinate situazione.

È necessario, quindi, potenziare l’informazione e la sensibilizzazione sui DCA, in modo tale da aiutare chi soffre di questi disagi e le loro famiglie ad “uscire allo scoperto”, a chiedere aiuto, a darsi la possibilità di stare meglio, di guarire.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi