Il nostro corpo è un elemento cruciale per la relazione affettiva con le altre persone perché dà la possibilità di esprimere emozioni e sentimenti. In particolar modo, nelle relazioni affettive il contatto corporeo, come carezze e abbracci, aiuta a comunicare all’altro come ci sentiamo. Tuttavia, non tutti siamo particolarmente a nostro agio nel toccare l’altro o nell’essere toccati nelle relazioni affettive intrecciate, nonostante il contatto fisico sia una delle prime esperienze che facciamo fin dalla nascita. Il tema del contatto corporeo e nello specifico del “tocco affettivo”, ovvero quel tocco gentile, lento e quasi carezzevole esperito durante le interazioni fisiche con le persone amate, è centrale in alcuni disturbi, primo fra tutti l’Anoressia Nervosa (AN). Infatti, sembra che le persone che soffrono di AN, rispetto alle persone che non ne soffrono, provino disagio rispetto al contatto fisico e, quindi, anche verso il tocco affettivo. Questo disagio è presente, soprattutto, nella fase acuta del disturbo, mentre quando il disturbo è sottosoglia (Carey et al., 2019, 2021) o in remissione non sembra avere effetti deleteri sull’esperienza di tocco affettivo: ad esempio, persone uscite dall’AN mostrano livelli di piacevolezza del tocco affettivo intermedi tra le persone in un momento acuto della malattia e persone che non soffrono di questo disturbo (Crucianelli et al., 2021) o nessuna differenza con queste ultime (Bischoff- Grethe et al., 2018). Le persone che soffrono di AN vivono con difficoltà il rapporto con il proprio corpo, un corpo che sentono di dover controllare, misurare e valutare: mostrare e far toccare quel corpo, di cui fanno una valutazione negativa e di cui spesso si vergognano, può essere, quindi, motivo di malessere. D’altra parte, giudicando così negativamente il proprio corpo, possono sentire di non meritarsi quel piacere e quella tenerezza verso se stesse che il tocco affettivo chiama in causa e, quindi, si negano questa esperienza. Inoltre, il disturbo porta ad una chiusura del sentire, dai segnali provenienti dal proprio corpo fino alle emozioni: il tocco affettivo rischia di oltrepassare la soglia del sentire che può essere tollerata ed espone anche al ritorno delle emozioni, un ritorno che viene vissuto con disagio perché le emozioni possono sfuggire dal controllo personale, tema così importante nell’AN. Quindi, per diverse ragioni, sembra che siano portate ad anticipare come non piacevoli le esperienze di tocco affettivo che riguardano se stesse (Bischoff- Grethe et al., 2018; Crucianelli et al., 2021).
All’interno di un percorso di psicoterapia per l’AN si cerca gradualmente di poter tornare a riappropriarsi del proprio corpo, di tornare a sentire e di far riemergere anche il mondo emotivo. Una volta che tutti questi aspetti riemergono, può essere riscoperto e vissuto come se fosse nuovo anche il contatto fisico e può essere esperita nuovamente la piacevolezza originaria del tocco affettivo.
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