La Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, che ricorre ogni 15 Marzo, nasce come simbolo di unione e speranza nella lotta contro i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa, Binge Eating Disorder, tra i più comuni). E’ stata promossa per la prima volta nel 2012 da Stefano Tavilla, presidente dell’Associazione “Mi Nutro di Vita” e padre di Giulia, morta a soli 17 anni per bulimia nervosa il 15 Marzo 2011, mentre era in attesa di un ricovero; nel 2018 è stata istituita ufficialmente con decreto dalla Presidenza del Consiglio.

Con la nostra Associazione Chicco di Riso Onlus, anche quest’anno saremo presenti in maniera attiva sul territorio pistoiese, con eventi di sensibilizzazione e prevenzione tramite Punti informativi e di accoglienza, Sportelli di ascolto individuali, Laboratori tematici sia nel nostro Centro che nelle Scuole Superiori, Convegni e Seminari di approfondimento.

Le diverse iniziative, portate avanti nel corso degli anni, hanno avuto e continuano ad avere come obiettivi la conoscenza e la prevenzione di queste gravi malattie, dando particolare risalto a quelli che possono essere i segnali di allarme, su come stare accanto a chi si ammala, su come supportare le persone che vivono con la persona malata e sulla modalità terapeutica per il percorso di cura.

Perché dai Disturbi Alimentari si può Guarire.

Fondamentale è affidarsi a Professionisti esperti del settore per essere presi in carico da un’equipe multidisciplinare e integrata quali psicologi, psicoterapeuti, nutrizionisti, psichiatri e altre figure sanitarie di necessario riferimento, come avviene ogni giorno nel nostro Centro.

Ecco perché il Fiocchetto Lilla per noi è un oggetto-simbolo che ci appartiene e ci rende protagonisti in prima linea.

Indossare il Fiocchetto Lilla per noi è offrire sostegno, supporto, accoglienza e comprensione a tutte le persone che sono malate, alle loro famiglie, ai loro amici e a tutti i professionisti che come noi sono impegnati nella lotta a questi disturbi, ricordando che #insiemesipuò.

«Non può, non deve capitare ad altri. La morte di mia figlia deve servire a tutte le persone e le famiglie che vivono un dramma di questo genere. Il dramma di vedere chi ami che piano piano si spegne, non ride più, non mangia o vomita. Non accetta di farsi curare e a te resta la sensazione di non aver fatto abbastanza. Lei non ce l’ha fatta, ma non ci devono essere altri figli che muoiono quando potevano essere salvati.”

 (Stefano Tavilla)