“per la sua inconfondibile voce poetica, che con l’austera bellezza rende universale l’esistenza individuale”
Queste le parole per il riconoscimento che l’Accademia Reale Svedese ha conferito a Louise Glück, conferendole il premio Nobel per la Letteratura 2020 https://www.nobelprize.org/prizes/literature/2020/press-release/
Louise è poetessa, saggista e docente universitaria, nata a New York nel 1943. Ha sofferto di anoressia nervosa in adolescenza, malattia manifestata con un’estrema forma di controllo, che l’ha portata in una situazione fisica così estrema da dover sospendere gli studi e a trovare risoluzione grazia ad un percorso di psicoterapia, durato sette anni.
«La vera tragedia è che l’anoressia non ha un intento autodistruttivo, sebbene il suo esito così spesso lo sia. La premessa è anzi costruttiva: costruire un sé, distinguere il sé dall’altro, che viene fatto con un atto di ripudio, separandosi dal proprio corpo»
Della sua anoressia Louise scriverà varie volte, come nella poesia Descending Figure, dove descrive come l’esordio del disturbo alimentare sia subdolo e come poi si manifesti come una vera e propria ossessione nella ricerca di una perfezione che va a sacrificare il corpo.
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